Noi c'eravamo.....1° Raid
Nord Sud - 30 Aprile 2 Maggio 2004
di Marco Simone
Oggi 30
ottobre 2004 ho terminato di scrivere un racconto, un racconto su tre
giorni di viaggio, un viaggio fatto in compagnia di persone che
vogliono seguire gli istinti ed i sogni a cavallo di mezzi viventi e che
hanno un'anima, le loro moto, moto che volano sopra la realtà
dell'asfalto, del caos, del tempo.
1200
chilometri percorsi dalle loro moto e dalle loro menti, quelle menti
che osservano, gustano e ripercorrono quelle strade che altre moto,
nella notte dei tempi, avevano percorso con altre persone che avevano
la loro stessa passione...LA MOTOCICLETTA
Bologna
24 giugno 2004
Ho
vissuto un evento di cui non voglio perdere nessun particolare, ma ben
sapendo che alla fine la mia memoria perderà dei tasselli di vita,
allora voglio scrivere quello che ho vissuto con tanta passione così
un domani rileggendo questo mio scritto io possa rivivere le emozioni
di quei giorni e con me chiunque vi abbia partecipato o che non avendo
potuto partecipare sappia quale meraviglioso incontro é stato.
Premessa
Quando
ero piccolo ed accadeva un lutto in famiglia, mia nonna, spegneva
il televisore, ed iniziava a parlare del defunto, la cosa andava
avanti per un paio di giorni poi si rientrava nella normalità, se il
lutto colpiva un parente molto stretto allora la cosa era più lunga,
le feste erano abrogate e le mega-riunioni di famiglia in occasione
delle festività solenni non si facevano, poi tutto rientrava nella
normalità.
La
domenica si andava comunque a salutare i defunti al Cimitero, la
vita tornava a scorrere, ci si tornava a riunire, a Pasqua, a Natale,
si parlava del defunto, non più con l'animo triste ma ricordando i
momenti belli in cui c'era anche Lui.
Ho
perso due fratelli, il più piccolo aveva 5 anni nel 70 e mio fratello
maggiore a 36 anni nel 96, oggi con i miei genitori e gli altri
parenti viviamo e ricordiamo loro e gli altri sempre con animo
tranquillo.
Mio
padre mi ha insegnato che non bisogna mai avere "fantasmi
nell'armadio", cose di cui non parlare, la vita va affrontata
sempre in qualsiasi occasione ed in qualsiasi circostanza.
É
per questo motivo che questa sera decido di scrivere sul Raid e quello
che scriverò lo dedicherò ad Alessandro, perché ci ha creduto, come
noi, a Beatrice, perché possa tornare a vivere con serenità e
ricordare il suo compagno con animo tranquillo, ad Andrea, perché
possa ricordare suo fratello nei momenti più belli, ai
figli e figlie di Alessandro e Beatrice, perché devono continuare a
vivere, costruirsi la loro famiglia, la loro vita e ne devono saper
cogliere i momenti belli e viverli condividendoli con i loro cari che
non ci sono più, a tutti noi, perché ciò che abbiamo fatto rafforza
la nostra credenza che una passione può unire e far incontrare
persone che non essendosi mai viste si sentano immediatamente amici e
fratelli.
L'Idea
Un
sussurro, una brezza piacevole, come quelle che vengono dal mare nelle
giornate più afose, lanciata lì e subito trasformatasi in un uragano
devastante "SI FA" organizziamoci "DOBBIAMO
FARLO".
Nasce
così la Mandello-Taranto, organizzata dai Falchi Lanari, poi
divenuta, grazie all'estro di Paolo, il "1° Raid Nord Sud".
Iniziano
i messaggi, le adesioni, le richieste........... fermi
tutti....dobbiamo organizzare qualcosa che coinvolgerà anche
estranei, urge un incontro.
Questo
avviene a....Pescara, calorosa accoglienza di Maurizio, dal Nord al
Sud ci siamo messi in viaggio con moto ed auto per incontrarci, costruire
le fondamenta di una buona riuscita, per dare modo a tutti di
partecipare a qualcosa che deve restare indelebile nelle menti e nel
cuore.
"L'incontro
con altri Guzzisti, conosciuti e non, che possano trascorrere tre
giorni in compagnia in un viaggio che altri tanto tempo fa hanno fatto
e che noi fino ad ora abbiano rivissuto solo nelle interviste o nelle
rievocazioni lette sui giornali di settore"
Ma
questo é nostro e lo facciamo per rendere onore ai vecchi Campioni, a
quelle persone che con tanta passione e sacrificio hanno contribuito
ad insegnare a noi ".. che un viaggio in moto é
"Vivere la libertà della passione” non c'é stanchezza, sonno,
pioggia o sole, la bellezza delle due ruote é appagante ed al termine
ciò che si é fatto é diventato parte di noi, un pezzo in più nel
nostro corpo che non si staccherà mai.
Con
questo spirito e senza nulla pretendere in termini di guadagno si
passa l'inverno ad organizzare, incontrarsi, girovagare nel freddo per
"Testare" i percorsi, ore al PC per elaborare immagini,
inviare e-mail ed inviti, far arrivare la notizia ovunque.
E
la notizia arriva, iscritti e non iscritti alle liste, al momento
dell'apertura delle iscrizioni iniziano a mandare le loro adesioni,
richieste d'informazioni arrivano da ogni dove, padri e figli, mariti
e mogli, gruppi di appassionati, vogliono partecipare, qualche
difficoltà iniziale ma l'impegno preso porta tutti a far si che
nessuno resti fuori o "Abbandonato", la coesione creata é
più solida di qualsiasi forza molecolare, tutto procede bene.
Il
Giorno prima
...............Finalmente
si parte, fervono i preparativi, si spolvera l'abbigliamento tecnico
dei lunghi viaggi,...."porc !!!!.... quest'anno il Natale mi é
costato caro, il pantalone da pioggia non mi entra più, devo
comprarne uno nuovo...." ".....ma dove avrò messo quelle
calotte che mi riparavano le scarpe........va bé il Nastro
SuperAmerica andrà bene....(che ne pensi GB ....lo brevettiamo per le
scarpe?)" e via così , si prendono gli appuntamenti,
bisogna essere a Mandello alle 19.00, da ogni parte in gruppo o
singoli ci si organizza per non mancare, C'é la cena e vi
parteciperanno anche persone che non partiranno ma che hanno voluto
comunque....esserci, per dire "..non potrò venire ma é come se
fossi con voi in quest'impresa..."
Entro
nel personale
Non
vedo l'ora di partire, la mia Guzzi 850 GT rimessa a nuovo dal mitico
Marcello scalpita all'idea di affrontare un nuovo viaggio ed io
scalpito più di lei, la mattinata la impiego nel preparare i bagagli,
il giorno prima non ho potuto per impegni con la famiglia, mancherò
5 giorni e quindi ho dedicato tutto il giorno ai miei figli.
Ora
tutto é pronto, sono le 12.00, al massimo alle 16.00 sono a Mandello,
parto, lungo la strada penso esclusivamente al giorno dopo, alla
partenza a che meraviglia sarà vedersi con tutti ed iniziare quel
meraviglioso viaggio tanto pensato per tutto l'inverno.
Arrivo
a Mandello, vado in albergo e subito in Fabbrica, il tempo di fermarmi
davanti al cancello per vedere chi c'é e rispondere ai saluti che
inizia un'incessante pioggia torrenziale, in 30 secondi sono già
fradicio, porto la moto all'interno, al punto d'accoglienza per
scaricare i Road Book e piazzo la moto sotto l'enorme cartellone di
Sean Connery, la lascio lì per tutta la serata, fa bella figura e
sembra richiamare i passanti ".....guardate qui si fabbrica la
storia, qui i sogni diventano realtà...".
Finalmente
posso salutare tutti, Alberto, Andrea, Mario e Fabio e tutti quelli
conosciuti e non.
Dei
Falchi Lanari solo Vito Sivilli é presente, come mai? Lui é venuto
prima e da solo per altri impegni ma gli altri tardano un pò troppo,
siamo tutti un pò preoccupati, tentiamo dei contatti telefonici,
Mario continua a fare numeri e chiamate ma non riesce a contattare
nessuno, solo per un attimo prende la comunicazione con Paolo, riceve
una sgridata e poi....arrivano verso le 18,30 - 19,00, colpa del
traffico, solito della tangenziale di Milano.
Intanto
nell'attesa noi avevamo avuto modo d'iscriverci e di fare un
"Aperitivo" con salatini e l'immancabile Bonarda.
Gli
arrivi si susseguono, saluti, scambi di baci, la visita al museo ed al
negozio Guzzi, nessuno vuole abbandonare questo momento di gioia e
festa.
L'ora
della cena si avvicina e ripetuti appelli vengono lanciati affinché
ci si appresti a salire nella mensa della Fabbrica, ma la voglia di
scambiare quattro chiacchiere, con chi non si vede da tanto o con chi
si é conosciuto solo tramite messaggi internettiani, é tanta e gli
appelli cadono nel vuoto.
Finalmente
ci si appresta alla mensa, si salgono le scale e si fa la fila per
prendere la cena, mi ricorda il militare o la mensa della ferrovia, mi
sento a casa.
Mi
siedo al tavolo dei Falchi Lanari, dopo tanti mesi (9) a scambiarsi
messaggi, confrontarsi su cosa fosse meglio fare o non fare mi fa sentire
uno di loro a pieno titolo, noto che la cosa é reciproca e ne sono
felicissimo, alcuni li conosco già, altri li conosco la sera stessa,
si scherza con Cicciovolante sui Pizzoccheri e la Pasta al forno, alla
mia destra c'é Luisa, si fanno battute sulla difficoltà
dell'itinerario e sulla "resistenza" per la lunga cavalcata
che ci apprestiamo a compiere.
Luisa
sembra incerta sulla sua completa partecipazione, e sentenzia
"..se non ce la faccio arrivati a Modena vado a casa", ma si
denota già una forza non indifferente, ce la farà eccome se ce la
farà.
Cicciovolante
riceve, inaspettatamente, un omaggio da Agostini Duilio, un libro
sulla "Milano - Taranto" firmato e con dedica, é molto
bello quello che é stato fatto, indipendentemente da come si
svolgeranno le cose, la forza di un'idea, di un desiderio, vanno
premiati e questo é stato il più bel premio.
La
cena volge al termine, fuori la pioggia non accenna a diminuire, é
costante, insistente e fitta, accidenti le previsioni sembra che ci
abbiano azzeccato questa volta.
C'é
in programma di andare al Club Guzzi di Mandello, dal nostro amico
Stefano, ci ha invitato per una birra, non so perché mi intrattengo
più del dovuto, forse per mettere a punto gli ultimi dettagli o per
continuare a fare quattro chiacchiere con chi non vedevo da tanto,
fatto sta che quando é il momento di lasciare la fabbrica non so più
se gli altri sono andati in albergo o al club, la pioggia é
incessante.
Opto
per l'albergo, anche perché sono stanco e l'indomani dovrò portare
una moto che non ho mai guidato, infatti partirò e terrò per due
giorni una California EV Touring su cui si devono testare dei pezzi
nuovi, niente di particolare, ma la moto deve fare diverse centinaia
di KM e visto che io avevo espresso il desiderio di provarla eccola
pronta "..tieni é tua per mille KM", quella moto diventerà
mia veramente dopo circa 50 giorni, si perché ho anche espresso
il desiderio di acquistarla e mi é stata venduta.
1°
Giorno
L'appuntamento
é alle 8.30 davanti la Fabbrica, vado li alle 8.00 perché devo
caricare la mia 850 GT sul furgone Guzzi e prendere la California, il
tempo vola tra i cartoni dei Gadgets da caricare e le iscrizioni della
mattina, le ore 9.00 sono già quasi scoccate, la pioggia continua
incessante.
Mi
appresto fuori la fabbrica, indosso il gilè arancione dello Staff,
decidiamo che sia io a fare da prima staffetta, il gruppo dei Falchi
verrà con me e gli altri a ruota dietro con le altre staffette,
Enrico, Alberto, Tommaso e tutti quelli esperti della zona.
Il
piazzale antistante la Fabbrica é un turbinio di fari, moto e
motociclisti pronti a muovere per la partenza del !° Raid Nord Sud,
é uno spettacolo impressionante, la pioggia rende tutto molto caotico
ma la determinazione e l'educazione dei partecipanti non recano alcun
disturbo alla normale vita mattiniera di Mandello.
Siamo
pronti, la pioggia é incessante, sono in testa, un cenno di Enrico e
via si parte, il traffico é stato momentaneamente fermato, imbocco la
SS36 direzione Milano, mi aspetto di vedere dietro di me una decina di
moto, invece con grande stupore noto una fila interminabile di fari,
ordinatamente in fila indiana, é bellissimo si procede all'unisono,
come se fossimo legati da un filo invisibile, sorpassi, ingorghi,
vengono tutti effettuati nella più completa correttezza e senza
spezzamenti del gruppo.
La
fila interminabile di fari mi fa quasi da guida, nonostante siano
dietro di me, si procede, neanche il cronico ingorgo di Viale
Lombardia a Monza ci divide, nel pieno rispetto del Codice della
Strada avanziamo nella fila perenne di macchine e camion ed
imbocchiamo la tangenziale Nord di Milano, anche qui alcune code ed
ingorghi, sempre nel pieno rispetto del CdC avanziamo ed imbocchiamo
la Tangenziale Est fino allo svincolo per la Paullese.
Preso
lo svincolo ed imboccata la Statale per Crema, guardo negli
specchietti e noto che mentre la testa é ormai in rettilineo ben
oltre la fine dello svincolo, i fari delle moto che seguono sono
ancora sullo svincolo, la linea dei fari é continua, procediamo uniti
e senza problemi, é bellissimo.
La
pioggia continua, non ha mai smesso, procediamo, Crema, andiamo oltre,
il traffico locale é accettabile e la nostra andatura tranquilla,
qualcuno della zona o che conosce bene i posti mi consiglia,
contrariamente a quanto io ho segnalato sul Road Book, di fermarci al
primo distributore Agip sulla sinistra in prossimità di Cremona.
Arrivato
in prossimità del distributore guardo negli specchietti, vedo la
solita fila interminabile, davanti a me non c'é nessun gruppo,
decido di fermarmi al distributore , anche se non é quello segnato
sul Road Book, tanto se eventualmente qualche gruppo si é staccato,
arrivando ci vede e si ferma, infatti dopo circa cinque minuti arriva
un gruppo che era rimasto bloccato dal traffico e vedendoci si ferma
anch'esso al distributore.
Sembra
che la pioggia ci dia una tregua, non piove più, la sosta si
prolunga, ma ci vuole, é il primo tratto, fatto interamente sotto la
pioggia, 146 km, ci vuole un pò di riposo, un caffè ed i servizi
igienici.
I
preziosi consigli di Ermanno si sono rivelati utili, ed anche i
successivi, cioè non fare la tangenziale sud di Cremona ma la nord,
per lavori.
Valerio
Cottini ci deve purtroppo abbandonare per l'incessante dolore al
dito fratturato e riabilitato in breve tempo, si deve riposare ed
insieme ad Alberto Lava prendono l'autostrada per Firenze, ci
aspetteranno al punto d'arrivo del primo giorno, cioè al Convento di
S. Detole.
Si
riparte, la pioggia sembra essere lontana, il cielo é quasi limpido
ma si respira quell'aria fresca tipica del dopo temporale, alcuni
partecipanti, esperti della zona, assumono il comando della colonna,
si fa la circonvallazione nord e si arriva all'imbocco della statale
per CasalMaggiore, si prosegue, svincoli, rampe purtroppo prendendo
una rampa, vedo sotto di noi un gruppo proseguire dritto, pazienza, ci
ricongiungeremo al posto ristoro.
Proseguiamo
in direzione Casalmaggiore, ad un certo punto eccoli....i
Carabinieri...paletta ed ALT, il Maresciallo ci ferma, diligentemente
accostiamo, sarà la solita routine o la curiosità di conoscere
questi "Motociclisti in tenuta arancione", invece il
Maresciallo con aria preoccupata ci chiede dove siamo diretti e ci
racconta che poco prima erano passati un Magistrato di Milano ed un
Avvocato, che cercavano un gruppo diretto a Firenze, la cosa ci lascia
perplessi, perché mai la Magistratura di Milano ci cerca? é forse
successo qualcosa?
Poi
il Maresciallo ci dice che erano anch'essi in moto, allora ci
tranquillizziamo, forse sono dei partecipanti che si sono persi,
gentilmente il Maresciallo si complimenta per il nostro viaggio e ci
fa la "paternale" poi ci indica una scorciatoia per
raggiungere Parma in tranquillità.
Ci
salutiamo, ci fa gli auguri e ripartiamo, appena siamo tutti in marcia
vedo sbucare dalla coda della colonna l'auto blu e bianca dei
Carabinieri, inizia il sorpasso della colonna, cosa c'é ancora? però
sembra voglia farci una specie di scorta, ed infatti così é, si
porta in testa e ci scorta fino alla deviazione che ci aveva indicato,
si ferma al centro della rotonda e mentre noi sfiliamo girando a
destra ci saluta amichevolmente.
Queste
cose ti riempiono il cuore di serenità, alla fin fine c'é sempre del
bene in ognuno di noi.
Proseguiamo
secondo le indicazioni del Maresciallo, la strada é sgombra, il
paesaggio é tipico della pianura, Pioppi, campi di mais e....tranquillità.
La
nostra direzione é Parma e la raggiungiamo abbastanza in fretta senza
problemi, prima d'imboccare la tangenziale, alcune indicazioni sono
fuorvianti, ",SS9 Bologna" verso destra, ...e no! se ho
Parma di fronte la via Emilia é a sinistra, ed infatti così é, dopo
circa trecento metri di strada tra lavori in corso e deviazioni
imbocchiamo la tangenziale di Parma diretti verso Bologna.
Lasciamo
andare le moto, devono sgranchirsi le .....ruote, non c'é traffico e
ci concediamo un pò di "trasgressione", la tangenziale
s'imbocca alla via Emilia con un semaforo e noi, diligentemente,
riprendiamo il nostro andare placido e tranquillo in fila indiana,
Mentre
oltrepassiamo un distributore un motociclista a grandi gesti ci
saluta, é Alberto Franchi, lo vedo infilarsi il casco e inizio a
rallentare per dar modo a lui di raggiungere la testa, sarà lui che
ci dovrà condurre al posto ristoro di Scandiano e poi in prossimità
di Bologna, ci raggiunge in pochi attimi e si mette subito in testa
alla colonna per fare strada.
A
S. Ilario deviazione a destra e ....mi lascio sorpassare, ora é
Alberto Franchi che conduce.
Abbandoniamo
così la pianura ed iniziamo a percorrere la pedecollinare
parallelamente alla SS9 in direzione Scandiano.
La
strada... dolcemente, serpeggia tra case, campi e boschetti, il gruppo
si sgrana, finalmente un pò di....pieghe, per gli amanti del genere,
a me invece piace osservare il panorama e poi odio le curve, man mano
che i gruppetti mi sorpassano vedo la gioia sprizzare dalle tute e dai
caschi, mi pare di sentire anche gridolini del tipo IUHHH!!!!
VAI!!!! come il vociare confuso che si sente in lontananza nei parchi
dove giocano i bambini, le velocità sono comunque nei limiti previsti
ma la mia si aggira sui 50/60 km così ci ritroviamo in 5/6 moto
a procedere dolcemente.
Ad
un semaforo un motociclista si sbraccia e ci indica di svoltare a
sinistra, é Alberto, siamo arrivati a Scandiano e come da percorso a
sinistra c'é il distributore e subito a destra La Rocca, punto di
ristoro organizzato da Cocconcelli.
Pieno
e...sosta, alcuni sono già arrivati, gli altri, il resto del gruppo
arriverà nel giro di dieci minuti.
Posto
fantastico, con tanto di ponte sul fossato ed il tavolo del rinfresco
é proprio lì all'ingresso, un vaso di Pandora, finito un vassoio
ecco pronto un'altro, rustici, pizze e tutto quanto possa rifocillarci
in modo abbondante ma sobrio e leggero.
Il
tempo oramai volge al bello, cielo azzurro e nuvole bianche rade,
quelle grigie sono dietro di noi, anche l'aria oramai é tiepida.
In
molti ci cambiamo fin dalla canottiera per metterci indumenti asciutti
e dopo aver svolto tutte le operazioni che il corpo pretende, compreso
caffè e sigarette, eccoci pronti, in sella, motori rombanti in attesa
del via.
Si
aspetta solo un cenno di Alberto sulla sua Cali nera e oro...eccolo,
all'unisono 50 moto muovono in avanti ed ordinatamente si incolonnano
pronte ad affrontare la seconda metà della tappa.
Ora
si viaggia sulle strade Emiliane tra l'Appennino e la Pianura
Emiliana, strade dritte, costeggiate da alberi come un'enorme tunnel
in mezzo a campi coltivati, si arriva in prossimità di Anzola, qui
Alberto ci lascia e torno a condurre io, il gruppo é sempre stato
unito, si imbocca la superstrada per Casalecchio/Porretta ed arrivati
all'imbocco della Porrettana lo scenario é allucinante.
La
rotonda é invasa dalle macchine, il traffico del venerdì di Bologna
e dintorni, ovunque cada l'occhio si vedono solo macchine in coda ed
incastrate senza via di scampo, ci incanaliamo e riusciamo a
raggiungere il distributore previsto, arrivati tutti non c'é più un
centimetro libero.
Lentamente
e non senza fatica, tra automobilisti esauriti e benzinaio
imbambolato, riusciamo a completare l'operazione del rifornimento.
Ci
prepariamo alla partenza, l'impresa sembra ardua, la coda delle
macchine é interminabile, ci vuole un'azione precisa e veloce come un
chirurgo con il suo bisturi, OK pronti, al via tutti in strada,
ed é ancora una volta Enrico e Gianfranco che ci creano il varco, in
un attimo siamo tutti sulla strada, ma la coda si prolunga per almeno
5 km, lentamente uno dietro l'altro costeggiando le macchine ferme
disperatamente in coda agli interminabili semafori della Porrettana
riusciamo ad arrivare a Sasso Marconi, finalmente la deviazione per
Monzuno.
Sono
in testa perché sono la staffetta di quel pezzo di strada, fino alla
Futa e come sorte vuole, dopo aver preso la deviazione per Monzuno al
primo semaforo parto e...troppo in fretta...si spegne la moto, non
riesco a trovare il folle per riaccenderla, intanto mi sfilano di
fianco tutti i partecipanti e qualche automobilista impaziente mi
"strombazza", finalmente riparto e facendo ruggire il motore
riconquisto la testa del gruppo dopo un paio di chilometri, di li a
poco c'é una deviazione da non perdere altrimenti si segue un
fondovalle sconosciuto.
Fortunatamente
riconquisto la testa prima della deviazione e tutto va per il meglio
escluso per Luisa, che probabilmente un pò arretrata prosegue dritta,
sola e sperduta, convinta che davanti ci siano i mille cavalieri
indomiti, proseguirà sola valicando l'Appennino con una terribile
figura sinistra di nuvole nere che la inseguivano alla velocità del
vento, fortunatamente più lento della sua Nevada e del suo spirito
motociclistico.
Noi
proseguiamo sulla retta via, per modo di dire perché ora iniziano le
stupende curve degli Appennini con i suoi paesaggi mozzafiato,
attraversiamo boschi ed a sprazzi vediamo vallate e montagne.
Arriviamo
a Monzuno e sfiliamo davanti al bar centrale sotto gli occhi degli
anziani, ma anche dei giovani, la nostra direzione ora é Loiano,
appena fuori da Monzuno la strada si inclina verso il basso dando
quasi un senso di vertigine, dritta per circa 600 mt. poi iniziano le
splendide curve e tornanti che ci portano al fondovalle.
La
vista é mozzafiato, a destra la parete dell'Appennino, ora coltivata
ora rocciosa ed a sinistra lo stupendo fondovalle del Savena, l'occhio
arriva a vedere fin quasi la statale della Futa al di là della valle
in cima alla collina.
I
cavalli ricominciano a scalpitare, mi faccio da parte e dico al primo
che mi sorpassa " dritto fino al ponte sul Savena poi di fronte
in direzione Loiano ed in cima a destra per SS 65 Futa" accenna
con la testa e via seguito da un'interminabile fila di V11 poi
California e tutti gli altri, li seguo con lo sguardo, in fila uno
dietro l'altro seguono un binario invisibile, stessa traiettoria,
stessa piega, stessa inclinazione come una lunga lama elicoidale che
si insinua in quel paesaggio da libro d'avventura e sento di nuovo
quei gridolini da parco di bimbi. Arrivo in fondo e vedo tutti fermi
sul ponte, indecisi sulla direzione da prendere, li sprono e dico
"forza, dritti, seguite Loiano, sempre dritti a salire"
ripartono e spariscono tra i tornanti, io procedo alla mia folle
velocità di 30 km l'ora e mi ritrovo il furgone Guzzi attaccato alla
ruota, mi dispiace ma la mia velocità é questa, lui resta
pazientemente dietro con i due Stefani, forse a maledirmi e tra i 30
ed i 50 tra un tornante e l'altro arriviamo in cima alla Futa.
Davanti
al bar la distesa di moto parcheggiate ha occupato tutto il piazzale e
motociclisti impazziti girano vorticosamente fotografando gli stupendi
panorami e chiaramente non può mancare la foto di gruppo. la prima
del tragitto.
Apprendiamo
che Luisa é su una strada diversa, il contatto lo ha stabilito
CiccioVolante, si accordano sul trovarci al distributore Tamoil quando
lasceremo la Futa.
Gli
indomiti motociclisti sono estasiati di quanto fatto fin'ora, si
riparte e dolcemente godendoci la strada in discesa arriviamo al
distributore Tamoil dove ad attenderci c'e Alberto Lava che ci dovrà
guidare fino a DIcomano, posto d'arrivo del primo giorno.
CiccioV,
ricontatta Luisa che ancora non arriva e mentre seguo la conversazione
telefonica vedo un insolito movimento di motociclisti e moto, qualcuno
già pronto ha pensato bene di rimontare in sella e portarsi fuori dal
distributore, lentamente altri li seguono, faccio per gridare loro di
aspettare e cerco Alberto Lava con gli occhi, lo vedo inforcare la
moto e partire portandosi in testa, si abbiamo il Road Book, ma
seguire uno che sa già la strada sarebbe meglio, inforco anche io il
Cali EV, grido qualcosa del tipo "...tento di fermarli",
molti devono ancora fare il pieno e parto.
Il
motore del Cali ruggisce ed in uscita dal distributore sgommo con mio
grande spavento, ma sono ancora in sella, controllo e mi lancio
all'inseguimento, il paese, i semafori non mi aiutano, lampeggio,
suono ma niente, finalmente ad un semaforo li raggiungo, appena in
testa...verde..faccio segno ad Alberto di fermarsi ma non ci
intendiamo, così loro proseguono ed io mi fermo, penso che torno
indietro a recuperare gli altri e proseguiremo con il Road Book, il
tempo di tentare un'inversione che vedo tutti gli altri fermi al
semaforo, evidentemente hanno visto una parte di gruppo partire e sono
partiti anche loro, solo che non hanno fatto benzina, come me.
Appena
ripartono e mi sono dietro riparto anch'io e proseguiamo nella
direzione in cui é andato il gruppo di Alberto, inizia a farsi buio
ma la strada non presenta deviazioni, quindi proseguiamo tranquilli,
veramente quelli tranquilli sono quelli che mi seguono, perché io non
sono tanto tranquillo, procedo ma non so se la strada é giusta, mi
ricordo che sul Road Book c'erano molte descrizioni dettagliate su
deviazioni ed incroci ma io procedo senza Road Book, l'itinerario lo
conosco a memoria, unico neo i luoghi d'arrivo, in particolare
Dicomano che non sono riuscito a trovarlo sulle mappe di Autoroute,
quindi la descrizione sul Road Book é quella fatta da Antonio di Vita
e Valerio.
Comunque
proseguiamo fino ad un paese dove ci arrestiamo perché non troviamo
nessuna indicazione per Dicomano, proviamo a chiedere informazioni a
qualche passante, ma sembra che Dicomano non faccia parte di quelle
terre o perlomeno della loro conoscenza.
Però
un momento, il Road Book dice di svoltare a destra da qualche parte ma
non riusciamo a trovare la parte giusta, l'unico punto dove svoltare
é in prossimità di un bar lì nella piazza del paese, poi un lampo,
con noi c'é Vito Sivilli ed ha il GPS ci affidiamo alla tecnologia e
seguiamo Vito....giro della piazza e rieccoci al punto di partenza,
responso del GPS "...ricalcolo itinerario" OK lasciamo stare
la tecnologia e prendiamo per il bar, poco dopo il passaggio a livello
indicato dalle istruzioni, bene sembra che siamo sulla strada giusta,
proseguiamo fino ad un paese, a questo punto telefono a Valerio e
chiedo aiuto, con grande sorpresa scopro che siamo a Dicomano, un pò
più avanti oltre il ponte deviazione a sinistra, salita e siamo
arrivati, dopo il ponte c'é Rinaz che ci indicherà la strada,
ricordo vagamente Rinaz, conosciuto a Piombino all'incontro
organizzato da Bruno "Motovelista", bella giornata, e poi é
buio, proseguo speranzoso e dietro di me quelli che si sono fidati a
seguirmi, dopo il fatidico ponte ecco...un omone, giacca sbottonata e
grandi gesti, piantato al centro della strada, incurante del traffico
locale ci indica la strada giusta "...a sinistra poi a sinistra
ed alla piazzetta a destra in salita, guardate in alto é quella
costruzione illuminata" sembra un poliziotto delle affollate e
caotiche strade di New York, piantato lì in mezzo all'incrocio a dare
ordini agli automobilisti, viso stravolto ma bonario, sta facendo il
suo dovere.
Finalmente
le indicazioni ci portano al punto di pernottamento, entriamo nel
cortile del convento, bel posto, alcune moto sono già parcheggiate,
ci vengono incontro volti noti e non, ci accolgono, é veramente
piacevole, sono circa le 19.00 19.30, circa un'ora e trenta di ritardo
sul previsto, ma tanto non abbiamo incontri di rappresentanza od
altro. solo la cena alle 21.00.
Parcheggio
la moto ed inizio a salutare quelli già presenti, Valerio, Antonio,
Alberto, chiedo dov'é la reception per assicurarmi del pernotto, mi
dicono che sono con Ermanno e che la chiave della camera ce l'ha lui,
mi tranquillizzo, non mi va di andare in camera, voglio
"ubriacarmi" di saluti e baci, ed infatti vago tra il
cortile ed i corridoi del piano terra del convento salutando chiunque
incontro, ci sono anche alcuni partecipanti che faranno la tappa del
secondo giorno, altri arriveranno la mattina dopo, c'é anche Daniele,
che un infortunio dell'ultimo momento lo ha costretto a rinunciare al
Raid, Daniele ha testato per ben due volte tutto il percorso da Milano
a Bari, ed ha collaborato alla stesura del Road Book, il non
partecipare deve essere stato molto sofferto ma purtroppo di fronte
alla realtà si può ben poco, comunque é con noi questa sera.
Non
vedo Diego, forse veniva in macchina, tanto aveva già prenotato sia
la cena che la camera, invece avrà rinunciato.
Incontro
finalmente Michele "Randagio", il pisano, grandi abbracci,
non so perché ma lo sento come un fratello lontano, quel
fratello che ho perso nel '96, si parla, si scherza, si ride, non
so....lo obbligo ad essere la staffetta di testa del giorno dopo, é
prioritario cercare un distributore prima d'intraprendere il viaggio,
il giorno dopo é il 1° Maggio, l'impresa sarà ardua, dopo aver
saltato il rifornimento Tamoil di quella sera molti sono senza
benzina.
Esploriamo
i corridoi del convento in attesa della cena e dopo aver visto la
grande tavolata posizionata nel corridoio dopo la reception, entriamo
in una stanza attraverso una porticina, questa si rivela essere il
refettorio del convento, anch'esso addobbato per la cena, ci
sistemiamo qui, sotto la rappresentazione dell'ultima cena su panche
di legno e tavoli di legno, antichi, bellissimo.
La
cena trascorre tra ottime portate locali e buon vino, il gruppo dei
Toscani é compatto e allegro ed alla fine della cena una lieta
sorpresa, oltre l'omaggio della Madre Badessa del convento, che ci ha
voluto omaggiare di rosari, apprendiamo che la Moto Guzzi ha offerto
tre orologi di rappresentanza, dando la libera scelta
dell'assegnazione ai Falchi Lanari, questi, nel più completo spirito
altruistico e di egualità, hanno deciso che ogni sera, in occasione
della cena, venga svolta una sorta di lotteria con estrazione, tra i
gadgets da assegnare anche un orologio dei tre.
Bella
iniziativa, la prima sera l'orologio viene vinto da un ...BMWista con
BMW... segno del destino? cioè siamo tutti uguali, quando lo spirito
che ci accomuna é quello, non ha importanza che "destriero"
cavalchi, l'importante é che tu sia una persona degna di essere
chiamato "MOTOCICLISTA".
Andrea
é dovuto tornare indietro prima della cena, impegni con la fidanzata
e la famiglia, anche l'amore fa fare di queste cose, altri torneranno
indietro l'indomani, altri si aggiungeranno al nostro viaggio, intanto
la serata, nottata, la proseguiamo discorrendo con Mario, Ermanno
nel cortile incantevole del convento e con chi non ha voglia che
quella fantastica giornata finisca, però il giorno dopo c'é da fare
altrettanto sforzo e così vinti dalla ragione ci apprestiamo a
qualche ora di riposo.
Ci
sono delle persone che puntualmente si svegliano sempre allo stesso
orario, io no, per questo Ermanno punta la sveglia del suo
cellulare alle sette e mi dice "...non ti preoccupare per me, io
mi sveglio da solo".
2°
giorno
Al
suonare della sveglia ci metto un pò a realizzare cosa fosse quel
rumore fastidioso, poi balzo dal letto e mi precipito a spegnere il
cellulare, armeggio un pò ed infine riesco a farlo tacere, mi
assicuro che non ricominci a suonare, guardo Ermanno, dorme, bene vado
in bagno.
Le
cene con gli amici, il buon vino, le sigarette ed il poco riposo ti
fanno sempre svegliare con la testa che vaga dalla parte opposta al
corpo, la lingua impastata e gli occhi talmente socchiusi che sembra
di vedere il mondo da una feritoia, appena in bagno apro la piccola
finestra per respirare un pò d'aria fresca e....é meraviglioso
quello che vedo, il frutteto, le vigne e tutta la campagna circostante
sono coperti da una nebbiolina bassa, di quelle che rasentano il
terreno e si muovono come foulard di seta bianca sfiorando l'erba ed
assumendo la stessa forma delle asperità del terreno, scivola via
portandosi verso la cima della collina e dietro di lei i bagliori del
primo mattino iniziano a colorare la natura, rendendola limpida e
vivace.
Ammiro
questo spettacolo....non é forse per questo che sono qui? Respiro
boccate d'aria fresca, la giornata si preannuncia limpida.
Terminato
di prepararmi e rifatte le borse, mi accingo a scendere per colazione,
sono le 7.30 circa, Ermanno dorme, ha detto che si sarebbe svegliato
da solo, però mi sa che mi conviene chiamarlo prima di scendere, mi
accingo alla porta e sto per svegliare Ermanno quando lui si
sveglia e chiede l'ora, gliela dico e lo vedo balzare dal letto,
..."perché non mi hai svegliato?" cerco di parlare ma lui
"..accidenti é tardi, non farò in tempo a fare le mie
cose" lo vedo fiondarsi in gabinetto e resto li sulla porta,
provo a mormorare qualcosa, ma lo sento ancora parlare, meglio che
vada, ne riparleremo dopo e scendo a fare colazione.
Latte,
caffè tanto, pane burro e marmellata ed altro caffè, non riesco ad
andare oltre, esco fuori e fervono già i preparativi sia di chi ci
lascia, coloro che hanno partecipato solo al primo giorno e sia da
parte di chi si accinge a partecipare anche al secondo giorno.
Ci
sono anche i nuovi partecipanti, il furgone Guzzi che porta i gadgets
ed i moduli d'iscrizione apre le porte "...venghino signori
venghino, in fretta che si parte", i Falchi distribuisco i
gadgets ai nuovi partecipanti ed intanto il resto si prepara alla
partenza.
Con
Michele mi porto fuori dal convento per essere le staffette di testa
per quel primo tratto, dobbiamo assolutamente trovare un distributore,
d’accordo con i Falchi si parte come il giorno prima, le staffette
di testa ed i falchi dietro, poi le altre staffette inframmezzate tra
i partecipanti, si attende il via.
Molti
non indossano le tute antipioggia, il tempo sembra buono, ma qualcuno
provvede a ripararsi almeno i piedi, ed ecco così che nasce il nuovo stivaletto
da pioggia modello "Raid" - sovrascarpa in puro
"Scotch America" suola compresa, pare che l'esperimento sia
riuscito alla perfezione, piedi asciutti e caldi.
Eccoci
pronti, motori rombanti al minimo in attesa di un cenno
"pronti...VIA" giù per la discesa, rotonda ed eccoci di
nuovo in marcia per questa meravigliosa esperienza indimenticabile, ricordo
a Michele di fermarci al primo distributore utile, mi fa cenno di si
con la testa....passiamo il primo distributore, solo due pompe, troppo
piccolo, proseguiamo, secondo chiuso, terzo chiuso, quarto aperto,
Michele prosegue, lo affianco e lo guardo, contraccambia lo sguardo e
prosegue, quinto distributore aperto, Michele prosegue, "...porca
miseria" penso perché non si ferma? Da dietro mi fanno cenno
indicando il serbatoio, specialmente i V11. Semaforo rosso, mi
affianco alzo la visiera e dico "...perché non ci fermiamo
a far benzina" "molti ne hanno bisogno" si scusa dicendo
che non pensava fosse così urgente, comunque lì d fronte a duecento
metri c'era la rampa dell'autostrada e a due chilometri c'era l'area
di servizio. OK sosta lì.
Così imbocchiamo l'autostrada
e dopo due chilometri facciamo la sosta carburante, con la ...pancia
piena si riparte più tranquilli e ...via, prossima sosta Siena,
proseguiamo tranquilli, usciamo dall'autostrada ed imbocchiamo la
superstrada per Siena, una due corsie per ogni senso di marcia che
somiglia tanto alla E45, manto non tanto perfetto e lavori con
conseguenti code ma i luoghi attraversati sono molto belli, peccato
che bisogna far attenzione al traffico più che godersi lo spettacolo
dei paesaggi.
Si
arriva così in poco tempo alla seconda sosta carburante, area di
servizio AGIP di Siena prima di lasciare la superstrada in direzione
Viterbo.
Qui
dovremmo incontrare due Senesi con cui avevo avuto uno scambio di
e_mail circa la loro partecipazione, dandoci appuntamento lì per
unirsi al gruppo, appena arrivo e posteggiata la moto mi guardo
intorno per vedere se ci sono, non li conosco ma in qualche modo ci
incontriamo subito, stretta di mano presentazione e saluto, sono
Alessandro e Beatrice, ci hanno atteso per unirsi a noi, chiedo loro
di quanto siamo in ritardo, "...un'ora circa" mi rispondono,
mi scuso con loro ma mi dicono che ci avrebbero aspettato comunque
perché "VOLEVANO PARTECIPARE A QUESTO GIRO", li accompagno
al furgone Guzzi per il ritiro dei Gadgets, cerco uno dei Falchi per
la consegna e contemporaneamente apprendo che Tommaso ha delle noie
alla moto e per cui necessita di interventi tecnici, mi allontano per
andare a prendere un caffè...ed il resto, riesco a fare solo
il...resto, per il caffè purtroppo manca l'acqua ed il bar non può
servire caffè.
Torno
fuori sconsolato, sono un "caffeinomane" e reincontro
Alessandro e Beatrice, hanno ricevuto tutto, gli illustro a grandi
linee il road book e tutto l'itinerario, sono felicissimi e
l'accoglienza ricevuta li fa entrare subito in sintonia con tutti noi.
Dopo
la delusione del caffè si prosegue direzione Lago di Bolsena -
Viterbo, ora si lascia la superstrada ma le indicazioni sono
abbastanza sicure, non si può sbagliare, mi gusto la passeggiata, mi
faccio sorpassare, é competenza dei Toscani ormai fare da staffetta,
io mi gusto il panorama come al solito e lascio che sia la moto a fare
l'andatura, mi ritrovo come al solito per ultimo ma non mi dispiace,
con me c'é Michele, poi lui allunga ed io non riesco a stargli
dietro, ma come diavolo fa a fare le curve senza piegare? sembra che
segua un binario invisibile ed é sempre un crescendo, scorre liscio e
limpido e...non lo vedi più, boh !! sarò io imbranato o lui troppo
bravo? comunque proseguo nel mio placido andare da "motopasseggiata",
non ci sono problemi, la strada é questa e non ci sono deviazioni.
Mi
gusto tutto il paesaggio, immagazzinandolo nella mia mente come
risucchiandolo e focalizzando tutti i particolari che vedo.
Ad
un certo punto, sulla sinistra un distributore, tutte le moto sono
ferme lì, mi fermo anche io, chiedo come mai dato che la sosta
carburante é prevista prima di Viterbo "...sosta caffè" mi
rispondono, giusto, dico, a quanto pare non sono l'unico caffeinomane
del gruppo, così mi accingo anche io alla mia breve sosta caffè,
mentre mi metto comodo arriva Michele, ma non era davanti? Mi dice che
é passato a trovare un amico visto che era di strada, ci prendiamo il
tanto sospirato caffè mentre tutto il gruppo riprende la marcia verso
Viterbo, ...andate non preoccupatevi, vi raggiungiamo, così rimasti
soli ci gustiamo il nostro caffè ed io anche una sigaretta, poi ci
avviamo anche noi.
Michele
tenta di fare l'andatura, o meglio, lui fa l'andatura ma io non riesco
a stargli dietro, lo vedo allungare fino a sparire dalla mia vista,
non voglio essere di intralcio a nessuno, ha fatto bene ad andare, io
ho la mia andatura e me la gusto tutta, di li a poco i paesaggi che
vedo e la strada che percorro mi riempiono di gioia, strada
tranquilla, curve dolci, paesaggi magnifici.
La
strada si porta verso la collina ma in modo così dolce da non
accorgermi neanche che sto salendo, vedo alla mia destra la pianura ed
in lontananza il lago, grigio scuro, per la presenza di brutte nubi
scure, ma sembra che vadano verso Est, spero non piova, proseguo, il
paesaggio e la strada mi affascinano, ad un certo punto mi sembra di
aver già percorso quella strada, si ora ricordo, Irlanda, strada sul
culmine di una collina, ai lati la campagna, sembra il giardino
ben curato di un villino, che degrada dolcemente verso la pianura
sottostante, il lago ora si vede meglio ed é sempre più scuro,
infatti le nubi sono sempre più nere, le prime gocce, inizia il
solito tormento, mi metto i panni della pioggia o aspetto? smette di
gocciolare pioggia, bene sembra che le nubi si allontanano,
ricomincia, é una pioggerella fine, un chilometro di pioggerella poi
smette, accidenti cosa faccio, mi vesto o no? Proseguo, la pioggerella
si trasforma in goccioloni, però sembra che siano goccioloni di un
temporale già finito talmente sono radi, poi si infittiscono, sempre
più, ancora più forte, ok basta mi vesto, accosto in uno spiazzo e
prendo i panni della pioggia, mentre mi sto per infilare i pantaloni
eccolo che arriva, Michele, ma come diavolo... era davanti a me perché
poi é sempre dietro?, quando l'ho sorpassato?, come?, mi dice, non mi
hai visto che ero fermo sotto un casolare a mettermi la tuta da
pioggia? NO !! certe volte sembra che mi prenda in giro, ma
comprendo che comunque, in tutto questo tempo, io ho viaggiato da solo
ma lui non mi ha perso di vista un attimo. Che dire, sono confuso,
finisco di vestirmi e ripartiamo, ora la pioggia é veramente forte,
gocce grosse e visibilità ridottissima,siamo ad Acquapendente, un
nome un programma, a parte gli scherzi peccato stia piovendo, il paese
sembra bello, ma bisogna fare attenzione alla strada ed alla pioggia
che ci perseguiterà abbondante fino ai limiti della normale visibilità
per molta strada, mi alterno con Michele a fare strada, un pò lui un
pò io, questa volta restiamo uniti e proseguiamo, costeggiamo il
lago, peccato per la pioggia, arriviamo a Montefiascone e sembra che
finalmente la pioggia ci lasci, proseguiamo ora un pò più spediti,
la pioggia ci ha rallentato molto, finalmente arriviamo a Vetralla,
punto ristoro dal concessionario Guzzi "SI GI MOTO",
fatichiamo un pò per trovare il concessionario, complice alcune
piccole lacune sul Road Book, ma ci arriviamo lo stesso, complice il
sempre pronto Valerio a rispondere alle mie richieste di aiuto
telefoniche.
Bel
concessionario, elegante, ha predisposto un piccolo rinfresco, ma non
contento ha ordinato anche dei panini con cotoletta che stanno per
arrivare.
Giusto
in tempo, intanto tra i partecipanti ci si inizia a domandare se é
meglio proseguire per Roma o andare verso Orte e prendere l'autostrada
per Caserta, il tutto é dovuto al fatto che oggi 1° maggio a Roma c'é
il concerto di Piazza S. Giovanni e solitamente il traffico impazzisce
e le strade si intasano, alcune vengono chiuse totalmente, e dato che
noi siamo in leggero ritardo il dubbio di restare bloccati a Roma é
forte.
Si
formano inevitabilmente due gruppi, ognuno é libero di fare la strada
che crede, ma i dubbi sono più che altro pioggia, traffico, quanto
tempo per Caserta? i ripensamenti si susseguono, ora verso Roma ora
verso Orte, io ho preso la mia decisione, dritto verso Orte ed
autostrada fino Caserta, con me verranno Michele e Riccardo con
fidanzata, gli altri tutti verso Roma, non c'é pericolo di perdersi,
noi seguiamo l'autostrada, loro hanno le staffette toscane, si parte,
Ciccio Volante ci ha anticipato andando anche lui verso Orte.
Mentre
passiamo sulla tangenziale di Viterbo notiamo ai margini della strada
dei grandi chicchi bianchi, grandine, accidenti, sono grossi come
nocelle, di li a poco riecco il violento temporale, visibilità
ridottissima, imbocchiamo l'autostrada, Riccardo fa segno che deve far
rifornimento, avviso Michele, viaggiamo circa a 120 e la pioggia
continua incessante, saltiamo il primo distributore, al successivo
facciamo più attenzione e ci fermiamo, purtroppo Michele era circa
500 metri avanti a noi e non ha visto la nostra deviazione, ho cercato
di lampeggiare, ma la pioggia era incessante e credo che facesse più
attenzione a guardare avanti che indietro.
Pieno
e via, ancora pioggia fino alla deviazione per l'A1, poi lentamente la
pioggia cessa, anche la temperatura inizia ad alzarsi, il cielo
diventa limpido e l'aria calda, le nubi nere sono dietro di noi, le
vedo negli specchietti ma si allontanano, anzi siamo noi che ci
allontaniamo da loro, subito dopo l'immissione del raccordo di Roma,
alla prima area di servizio ci fermiamo, dobbiamo toglierci le tute da
pioggia, fa troppo caldo e poi...sosta tecnica.
Mentre
siamo fermi al distributore vedo sfrecciare un sostanzioso gruppo con
gilè gialli ed arancione, sono gli altri, quelli che sono passati da
Roma, bene significa che non sono rimasti imbottigliati, ci
incontreremo più avanti.
Il
viaggio in autostrada é monotono ma tranquillo, non c'é molto
traffico e si riesce a tenere una buona andatura, complice un inizio
di addormentamento alle parti posteriori e conseguente inizio di
bruciore mi sembra di essere diventato un'equilibrista in groppa al
suo cavallo, assumo tutte le possibili posizioni per alleviare il
bruciore ma inutilmente, quindi decido di affrettare il viaggio, 150
fisso, mi dispiace per Riccardo, non so se mi seguirà. ma vedo che
riesce a stare dietro benissimo, NON VEDO L'ORA DI ARRIVARE A CASERTA,
mi mangio i chilometri uno ad uno e li conto come un militare di leva
prossimo al congedo, mi manca solo di estrarre un coltello e fare le
tacche sul serbatoio,....non lo farei mai. Nel lungo viaggio intravedo
alcune volte MIchele, alcune volte ci sorpassa, altre lo vedo fermo
sul ciglio dell'autostrada, spero non si sia arrabbiato per la sosta
che noi abbiamo fatto.
Finalmente
Caserta, il casello, all'uscita c'é già chi ci attende per farci da
staffetta, "MotoClub Mascalzoni Campani", in bella mostra
tutte le loro moto sul ciglio della strada, alcune veramente belle,
storiche e tenute in maniera perfetta. Organizzatissimi, indossano già
i gilè arancione dello staff e stanno attendendo l'arrivo dei
partecipanti per scortarci attraverso quella che definirei la città
più intasata di macchine che abbia mai visto.
Il
casello d'uscita dell'autostrada é praticamente quasi in città,
trecento metri dopo c'é già un semaforo con relativo ingorgo di
autovetture, comunque prima di essere inghiottiti da quel turbinio di
lamiere ammassate in ogni dove, ci fermiamo per attendere che la
perfetta organizzazione del Moto club locale dei Mascalzoni Campani ci
scorti dal concessionario "De Lucia Moto", prima però i saluti, le
presentazioni, le strette di mano ed i complimenti.
Qualcuno
é già arrivato, altri arrivano un pò alla volta, l'andatura
dell'autostrada ha portato il gruppo a sgranarsi ma nel giro di 30
minuti siamo ormai così numerosi che urge iniziare a spostarsi ed é
così che l'efficiente organizzazione dei Mascalzoni si mette in moto,
il loro Presidente, per qualifica ma persona semplice e molto
amichevole, inizia a chiamare a raccolta gli iscritti del club e con
"ordini" perentori e precisi organizza uno staffettaggio
cronometrico ed efficace per farci spostare e portarci dal
concessionario.
Infatti
in men che non si dica gruppi da dieci - dodici moto vengono
immediatamente formati con a capo una staffetta che ci traghetterà in
quel mare in tempesta che é il traffico impazzito e caotico di
Caserta di quel sabato 1° maggio 2005, ogni strada, incrocio, vicolo
o tangenziale é invasa da automobili incolonnate, procediamo in
colonna
fiancheggiando le auto ferme ma scalpitanti pronte a balzare appena si
libera un metro di asfalto davanti al loro muso, lentamente ma
costantemente procediamo senza intoppi guidati da motociclisti esperti
e nel giro di venti minuti raggiungiamo il concessionario, i gruppi
sono uno dietro l'altro ed in pochi minuti il parcheggio é pieno di moto e motociclisti festanti, stanchi ma vivaci per aver
completato quella seconda giornata di viaggio, ebri di immagini che
ancora scorrono nelle menti girovaghiamo sul
piazzale del concessionario dandoci pacche sulle spalle e chiedendoci
l'un l'altro "...come va?" "..tutto a posto?".
La
foto é d'obbligo, e la nuova Nevada guidata da Antonio Idà é li in
prima fila. Piccolo
rinfresco per dissetarci e si attende che si formi una scorta di auto
dei vigili e della protezione civile per portarci fino all'albergo,
non lontano, li a circa un chilometro e mezzo, ma trovandosi sulla
sinistra, la nostra inversione avrebbe potuto creare intralcio, per
cui e stata richiesta la scorta.
In
albergo piccola ressa alla reception per avere le stanze, sono di
nuovo con Ermanno, siamo in due in una stanza matrimoniale, problemi?
nessuno, unica accortezza svegliarlo quando suona la sveglia, ci
ridiamo su ed andiamo a rinfrescarci in camera prima della cena.
3°
giorno
Oggi
devo abbandonare la California EV Touring PI per riprendere la mia
850GT, su mia espressa richiesta ho voluto portare la 850 GT per poter
entrare a Foggia, mia città natale, con quella, é stata portata
fin'ora sul furgone Guzzi al seguito, ora sul furgone ci andrà la
California, bella moto, ne ero innamorato prima, ora lo sono ancor di
più, altro abbandono é Michele, aveva deciso di fare solo il secondo
giorno, tornerà indietro, ci salutiamo come fratelli dandoci
appuntamento "...alla prossima". Fatta colazione procediamo
allo scambio delle moto, l'accendo e parte al primo colpo, il suo
rombo é altra musica, musica d'altri tempi, la faccio scaldare un pò
e subito si forma un capannello di curiosi, domande, complimenti ed un
biglietto da visita datomi da una persona che dice di avere tutti i
pezzi originali per la mia moto, persona rivelatasi poi veritiera in
quanto detentore di molti pezzi di ricambio per moto d'epoca.
Sarebbe
mia intenzione anticipare la partenza per Foggia, vista la mia folle
velocità sulle strade alpine, per arrivare in orario ed entrare in
testa alla colonna come da mio desiderio espresso ai Falchi, ma tra
una cosa e l'altra si parte tutti insieme, programma, incontro con
Moto Club Aquile di Benevento
per l'attraversamento della città, attraversamento della città di
Benevento, sosta carburante e via verso Foggia, tutto procede come da
programma, si attraversa Benevento che a quell'ora del mattino, 8,30 -
9,00, é ancora assopita ed i pochi passanti mattinieri, domenicali
delle città del sud, si godono il passaggio di circa 60 rombanti Moto
Guzzi, che con il loro borbottio a velocità di parata attraversano e
si godono la vista della città.
Arrivo
al distributore per la
sosta carburante e sorpresa, piccolo "rinfresco - colazione"
brioche e merendine, succhi di frutta e caffè, poi il pieno e tutti
pronti per il via, gli amici di Benevento ci scorteranno fino a
Foggia.
Si
riparte, si esce da Benevento ed altra piccola sosta per attendere le
altre staffette, bene ora ci siamo tutti, 90 chilometri e saremo
a Foggia, una decina di tornanti e siamo sul crinale dell'Appennino,
il gruppo si sgrana, come sempre in questi frangenti, i V11
impazienti di dondolarsi nelle curve si allontanano mentre i placidi California
e Nevada si attardano turisticamente per godersi lo spettacolo.
Procedo con un gruppo di moto che ama godersi il panorama delle
campagne Campane, capo fila c'é un motociclista che continuamente
gira la testa come uno spettatore ad una partita di tennis,
un'occhiata alla strada ed un'occhiata al panorama, la campagna
coltivata ora a frutteti, ora a vigneti o oliveti degrada verso la
valle oppure si presenta a gradini, non si può perdere uno scenario
simile, procediamo ammirando la varietà di paesaggi che si
susseguono, la campagna, i vari gruppi che già transitano sui
versanti opposti come piccole biscie che si rincorrono, dalle retrovie
giungono i ...veterani, con le loro moto veramente d'epoca, rosse,
rombanti e loro con pantaloni beige, maglione rosso con la grande
scritta Moto Guzzi ed il caschetto a scodella, li vedo passare, mi
faccio da parte e li ammiro, Falcone sport, GT 15, sono loro, sono
quelli che percorrevano queste strade cinquant'anni fa, mi sembra di
essere uno spettatore di quei tempi ed intanto loro sfrecciano
lasciando nelle nostre orecchie quel suono acuto e rombante tanto
amato ed atteso da chi pazientemente aspettava il passaggio
dell'allora "Gara".
Continuiamo
a goderci la nostra passeggiata e terminate le colline eccoci
approdare alle distese pianeggianti del Tavoliere delle Puglie, oramai
siamo nella provincia di Foggia, strade dritte che si perdono nel
verde del grano ed in lontananza come un corollario di petali le ombre
dell'Appennino appena lasciato.
Ci
ricongiungiamo tutti al distributore previsto prima di Foggia, ed
essendo in anticipo, attendiamo l'OK dai vigili che ci scorteranno per
portarci nel cuore della città ed effettuare la sosta ristoro
prevista.
Abbiamo
tutto il tempo per effettuare il rifornimento e dare un'occhiata alle
moto, finalmente giunge l'OK, tutti in colonna su due file, come
d'accordo mi porto in testa ed insieme a Michele prendiamo il comando
della colonna, é emozionante percorrere le strade della propria città
facendo parte di un evento e poi a Foggia con la moto non c'ero mai
stato.
Arriviamo
all'incontro con i vigili, questi prendono la testa con la loro
macchina ed iniziamo ad entrare in città percorrendo le vie
principali, il rombo dei nostri motori riecheggia tra i palazzi e
nelle vie tranquille di quella domenica di maggio, arriviamo verso il
centro della città, solitamente affollato di domenicali cittadini che
amano passeggiare per le vie centrali prima di recarsi a pranzo, oggi
offriamo loro uno spettacolo emozionante, mai visto nella mia città,
neanche quando c'é la tradizionale partenza del Rally del Gargano,
offriamo la parata maestosa di circa 60 moto che placidamente si
apprestano a fermarsi nella piazza più famosa di una cittadina più
volte bistrattata e reclusa agli ultimi posti delle classifiche del
buon vivere, ma la sorpresa e la contentezza dei cittadini é
contraria alla nostra quando nell'approssimarci alla piazza iniziamo a
vedere che la stessa é bardata in ogni dove con manifesti elettorali
di un partito politico ed il suo candidato.
La
gioia si trasforma in rabbia, ormai ci siamo, non possiamo scappare,
siamo stati raggirati, quello che doveva essere una appuntamento
sociale o culturale si é trasformato a nostra insaputa in pubblicità
elettorale, il disappunto é generale, il rappresentante Guzzi,
Antonio Idà, giustamente, non può accomunare il nome Guzzi ad un
partito politico né tanto meno ad un candidato, per cui su tutte le
furie e non a torto fa immediatamente nascondere il furgone Guzzi, non
espone la nuova Nevada e molto adirato ha parole dure con Michele,
purtroppo anche il povero Michele era all'oscuro del tiro mancino ma
facendo buon viso a cattiva sorte, magistralmente, con Gian Battista
ritira il riconoscimento offerto dal candidato politico, senza
entusiasmo e con la rabbia nel cuore.
Intanto
io avevo ricevuto la giusta visita da parte dei miei genitori, che per
l'occasione e l'ora mi avevano anche portato un panino ed una
bottiglia d'acqua, "la mamma é sempre la mamma" comunque la
totale assenza del concessionario Guzzi rafforza la rabbia, doveva
esserci un rinfresco con lui ed invece non c'é traccia, ci comunicano
che sono in arrivo dei "sacchetti pranzo", molti vorrebbero
andare via subito, ma si decide di aspettare i panini, almeno non
restiamo digiuni, finalmente arriva la macchina con i sacchetti,
consumiamo velocemente i panini e ci apprestiamo alla partenza con 15
minuti d'anticipo sul road book, saluto i miei genitori e mi preparo.
Tutto
é pronto, i vigili sono in testa, io sono imbottigliato nelle moto e
non posso raggiungere la testa, ma il road book parla chiaro,
percorrere la via del Mare per Margherita di Savoia, solo che per
Margherita di Savoia ci sono due strade e spero che i vigili ci
scortino su quella giusta, invece subito dopo un passaggio a livello
al bivio, noto che i vigili hanno terminato la scorta ed il gruppo
procede nella direzione sbagliata, urlo ai vigili che hanno indicato
la direzione sbagliata ed apro il gas. la mia 850 GT fa il possibile, il
gruppo é lanciato e fatico a raggiungere la testa, sfreccio sulla
corsia di sinistra a tutta velocità ma non riesco a raggiungere la
testa, dietro di me Valerio mi segue come un'ombra, Valerio mi ha
sempre seguito fidandosi delle mie conoscenze "stradali" e
non perdendomi mai di vista fin dal secondo giorno quando viaggiavamo
in gruppo, lui con California mi raggiunge e mi chiede se deve fermare
il gruppo, dico di si, purtroppo con la mia 850GT mi ci sarebbero
voluti altri 3 chilometri per fermarli, forse.
Raggiungo
la testa e notando che nessun partecipante indossava il gilè
"staff" urlo molto alterato dove diavolo stavano andando, mi
rispondono che anche quella strada portava a Margherita di Savoia,
rispondo che era vero ma non era quella prevista dal road book e che
quindi bisognava tornare indietro per 5 chilometri e riprendere la
strada prevista.
Non
é giusto che si trascini il gruppo senza decidere di cambiare
direzione, a Vetralla si sono prospettati due percorsi diversi ed
ognuno ha deciso quale prendere, qui come al distributore Tamoil dopo
la Futa prima di Dicomano il gruppo é stato trascinato dalla partenza
imprevista di chi era in testa alla fila.
Prospetto
i due percorsi e sentenzio che io avrei percorso l'itinerario
previsto, giudicato più "turisticamente" bello di quello,
perché mentre quello percorreva l'entroterra , quello previsto invece
percorreva le campagne ed il litorale adriatico.
Mentre
si effettuava l'inversione Michele, già provato dagli eventi
dell'arrivo a Foggia, scivola su del brecciolino e cade, la moto,
nuova, riporta delle escoriazioni e la rottura di una freccia,
Michele é ancora più provato e decide di restare nelle retrovie.
D'accordo
con Giambattista decidiamo che fino alla litoranea nessuno mi deve
sorpassare, riprendiamo così la nostra marcia attraverso le campagne
della Capitanata, quelle che dirigono verso il mare e che hanno come
corollario la maestosa cornice del Gargano sulla sinistra e la
distesa interminabile di campi coltivati a carciofi, pomodori e
vigneti sulla destra.
Percorrendo
così la placida e tranquilla "Via del Mare" arriviamo sulla
litoranea che ci porterà a Margherita di Savoia, punto di rifornimento
ed incontro con le staffette del Moto club "Respa Nova"
di Molfetta, lo scenario é quanto di più bello e strano si possa
ammirare, a destra il mare e nella sua striscia di sabbia e terreno
demaniale costruzioni abusive dalle forme più svariate attirano
l'attenzione dei viaggiatori, mentre sulla destra le Saline riempiono
le campagne, vasche scavate nel terreno formano quadrati d'acqua ora
limpida ora rosseggiante fino ad arrivare a distese di bianco sale che
sarà poi raccolto e raffinato.
Si
arriva così al punto d'incontro con le staffette del Moto Club, nel
percorrere la litoranea mi sono fatto sorpassare e come al solito,
dopo essermi goduto il panorama in piena tranquillità arrivo al
distributore che ormai quasi tutti hanno completato le operazioni di
rifornimento.
Complice
i bisogni fisiologici ed una telefonata di mia moglie, mi ritrovo
ultimo e solo a partire dal distributore, la staffetta mi chiede se
conosco la strada, rispondo di si e lo mando via.
Mi
sono tolto il gilè dello staff, voglio essere partecipante, le
staffette ora sono esperte e ben preparate, hanno testato il percorso
diverse volte con Gian Battista ed infatti si riveleranno molto
scrupolose ed attente nello svolgere il loro compito, infatti quando
riparto, al primo bivio incontro una staffetta ad attendermi, faccio
segno che tutto va bene e proseguiamo, giungiamo così sulla statale
16, strada a due carreggiate per senso di marcia, separate da
spartitraffico, prossimo rifornimento a Giovinazzo, quindi tutta
statale simile ad autostrada, me la prendo comoda, viaggiando con
l'850 GT a 90 all'ora e gustando il paesaggio della mia terra che
raramente vedo, ma mi accorgo che la staffetta "scopa" non
mi molla, nonostante lo rassicuri che va tutto bene e che può andare
avanti, tanto io più di 110 non posso andare.
Giungiamo
così al distributore di Giovinazzo, effettuiamo le operazioni di
rifornimento e reindosso il gilè dello staff, non mi va di rallentare
le staffette.
Ripartiamo
a gruppi man mano che si effettuano i rifornimenti, percorriamo la
tangenziale di Bari fino allo svincolo per Taranto ed iniziamo il
percorso per Gioia del Colle, mi ricordo che a Gioia del Colle c'é da
prendere uno svincolo particolare, quindi mi porto alla testa del
gruppo con cui viaggio e noto che non ci sono staffette, il gruppo si
era solo sgranato per via del traffico, per sicurezza mi metto alla
testa della seconda metà del gruppo ed in prossimità dello svincolo
da prendere ci sono già le staffette del Moto Club ed alcuni dei
Falchi, bene, tutto é stato predisposto per la migliore riuscita
dell'evento.
Il
paesaggio qui é completamente diverso, campagne recintate da muretti
di pietra, oliveti e vigneti, terra rossa e nera talmente grassa da
non avere dubbi sulla sua bontà per le piante e le coltivazioni.
Si
arriva così al rifornimento di Gioia del Colle, le staffette ed il
Gruppo dei Falchi sono talmente efficienti che ci permettono di
viaggiare in gruppi separati, così appena terminato il rifornimento il
gruppo riparte, ormai siamo circa tre gruppi, noi siamo il secondo ed
a distanza di circa due minuti dal primo gruppo ripartiamo anche
noi, i bivi sono presidiati dalle staffette e ci indicano la giusta
direzione, imboccata la direzione per Noci, insieme a Gian Battista,
prendo il comando del gruppo, percorriamo così le tranquille strade
tra le campagne, che seguendo i perimetri dei campi, formano nastri
d'asfalto diritti con curve talvolta a 90 gradi.
Le
strade, seguendo i declivi delle campagne, seguono l'andamento del
terreno, ondulato, con lunghe discese e salite, dopo una curva
imbocchiamo un lungo rettilineo, noto una nuvola scura in lontananza,
mi riprendo immediatamente dal torpore del piacere di percorrere
quelle strade e mi metto sul "chi va la", quella nuvola
scura non mi piace, forse un camion che procede lentamente o forse un
incidente, inizio a rallentare e man mano che mi avvicino le ombre che
vedo e le sagome mi fanno pensare ad un'ostruzione della carreggiata,
forse per un incidente, "...accidenti ci tocca tornare indietro
se non si passa" penso pensando ad un'eventuale incidente, man
mano che mi avvicino l'ipotesi dell'incidente é sempre più concreta,
una macchina occupa la carreggiata, alzo il braccio e faccio segno di
accostare al gruppo che mi segue, sempre perso nei pensieri di dover
tornare indietro, appena spengo la moto. sento degli urli, il pensiero
che l'incidente sia grave si affaccia alla mente, noto delle moto
ferme e più in la un casco a terra, é improvviso, come un fulmine
"...é rimasto coinvolto uno dei nostri partecipanti", nella
macchina di traverso vedo un corpo inerme e continuo a sentire quegli
urli, mentre mi avvicino lentamente e con timore alla macchina ferma
Gian Battista, che molto più velocemente di me aveva già raggiunto
il centro dell'incidente, mi comunica con forte agitazione che un partecipante
era stato coinvolto e che era deceduto nell'incidente, resto senza
parole, e lui con risolutezza decide di annullare la manifestazione.
Giustamente
viene diramato l'accaduto e l'annullamento della manifestazione,
intanto due partecipanti esperti, uno del 118 e l'altra operante in un
Centro di rianimazione, prestano le prime cure ai due partecipanti
coinvolti nell'incidente, per gli occupanti della macchina non c'é più
niente da fare, sono deceduti.
Il
riconoscimento della vittima avviene da parte di Riccardo, che
sconvolto, urla "...sono quelli di Siena", infatti dopo si
appurerà che i due partecipanti coinvolti siano Alessandro Chesi,
deceduto e Beatrice Bucalossi, tenuta in vita dai due volontari
partecipanti intervenuti a prestare le prime cure.
Il
Raid é ufficialmente e tristemente terminato, la nostra permanenza
sul luogo dell'incidente, i pianti ed il faticoso rientro non fanno
parte di questo racconto ma a conclusione voglio dire che tutto ciò
che é avvenuto dopo ha ancora una volta rafforzato e dimostrato, sia
a chi ne aveva gia fatto esperienza, sia a chi ha avuto modo di
conoscerci per la prima volta che per uno strano ed inspiegabile
motivo tutti quelli che si avvicinano al nostro mondo motociclistico e
che condividono il nostro modo di vivere la Motocicletta si accomunano
agli altri e convivono con loro in modo talmente fraterno da restarne
affascinati ed attratti allo stesso tempo e non esserne più in grado
di uscirne o cambiare comportamento.
Grazie
a tutti noi per saper vivere e tenere in piedi questo stile puro ed
onesto, fraterno e socievole con l'augurio che prima o poi chiunque,
anche al di fuori del nostro mondo, comprenda che questo "...é
il più bel modo di vivere".
I
Partecipanti, così come compaiono sul Road Book, non me ne vogliano
quanti non citati o non presenti ma ricordo comunque quelli unitisi a
noi a Caserta e le formidabili staffette dei Club "Mascalzoni
Campani " Caserta; "Aquile di Benevento"
Benevento; "MotoClub Respa Nova" Molfetta.