Rinaz 2006
Quando la moto chiama l'arco
Marcello è bello, proprio un bel ragazzo... dico sul serio io
dipingo e sono abituato a valutare le proporzioni del corpo umano.
Per esempio io faccio schifo, quelle rare volte che sono stato
magro dopo i vent'anni facevo cagare lo stesso ed ero comunque
sgraziato, ad esempio ho un testone enorme per giunta adesso anche
pelato, mentre Marcello ha un scatola cranica simile a quella di
Marlon Brando... fateci caso Marcello ha la stessa testa quadrata
ma con gli angoli rotondi di Marlon Brando, dentro Marcello ci
tiene tutto il suo sapere di tecnica motociclistica ed immagino
centinaia di manuali d'officina. Marcello oltre che bello è un
vero genio.
Che meraviglia! oggi è il dieci di agosto... estate piena .... fa
un caldo... il caldo opulento e tafano del Chianti... la mia moto
sembra sentire questa placida armonia gravida e ronzile ... la mia
Guzzi si sottomette volentieri alle cure di Marcello che l'avvita
...la svita, la riempe, la rabbocca la stringe e la tocca con le
sue braccia forti e ben fatte... piu' lo guardo nella sua
maglietta "metallurgica romagnola" piu' mi vien voglia di
piazzarlo in un quadro nelle vesti di San Sebastiano... la sua
anatomia potente e rotonda sarebbe esaltata dalle linee rigide
delle frecce che lo trafiggono... ma Marcello si asciuga il
sudore, scaccia i tafani e prova la Guzzi ... torna ed
instancabile si rimette al lavoro... oh! non c'e' verso... potete
portare Marcello al Louvre... anche in presenza della Gioconda se
vede il motorino del custode ci si attacca e per lui non esiste
più niente...
"...Marcello hai fatto tanti chilometri per venire qui ...perche'
non vai su almeno a vedere il castello? "... il castello?... Rinaz
lascia stare il castello .. come fai ad andare in giro con il
manubrio messo cosi'?..." "... Marcello nel castello ci hanno
deciso l'unita' d'Italia..." "...scolta me Rinaz con un manubrio
messo cosi' rischi anche di far lavorare male la frizione..."
non c'e' storia e non c'e' castello, chiesa o monumento che tenga
... oh ragazzi neanche se la buttate in politica ce la fate ...e
oggi che fa caldo per la politica la televisione parla solo di un
testa di cazzo che si fa saltare in aria... mentre pelo le patate
grido dalla finestra "... Murry cosa ne pensi di questi
KAMIKAZE?..." " ...penso che fanno un gran botto ... come quando
la benzina nella camera del bicilindico esplode e porta giu' il
pistone... ci vuole una forza... ma oltre alla benzina c'e' anche
un discorso di compressione e lì le valvole se non sono registrate
bene..."... eh vabbuó ...getto la spugna e pelo le patate...
Marcello parla solo di moto e si interessa solo alle moto, in
particolare alle moto Guzzi.
Ma dai di cacciavite e dai di chiave inglese arriva il momento che
Marcello, ribaltato un paio di volte la mia moto e la 125 di mio
figlio, non ha piu' niente da smontare e da riparare ... è un
momento tragico ... e allora che si fa? che si fa oggi che gli
alberi sono carichi di frutta e c'e' tanta luce fino a tardi?
Marcello troneggia maestoso ed inoperoso in mezzo ai miei troiai
di campagna dove spuntano tre archi scuola ed un monolitico da
caccia da 70 libre... "... Marcello hai mai tirato una
freccia?..."
"...io non tiro mai come una freccia... io di solito vado piano
... che a parte la sicurezza il motore va rispettato..."
"... NO MARCELLO!!!! L'ARCO E LE FRECCE COME GLI INDIANI... hai
mai caricato un arco e scoccato una freccia?"
In questo pomeriggio di caldo e sole qualcosa di diverso da una
moto ha fatto
breccia nell'attenzione di Marcello....
Marcello, che come Galileo è sostanzialmente uno spirito
scentifico, sovraintente a tutta l'operazione di caricaggio e
messa in tensione dell'arco ... gli passo un arco scuola a basso
libraggio, facile da tendere e governare, dopo aver sistemato ad
una ventina di metri il paglione nella abbrustolita oliveta di
agosto. "... dunque Marcello... piedi paralleli e sguardo sopra la
spalla..." era un pò il mio sogno creare una compagnia di arcieri
nel Chianti ...quando i bambini erano più piccoli stavamo sempre
dietro casa a tirare con l'arco ...e si diventò anche bravi che si
cominciò a prendere la strada del bosco con l'arco e di mira i
fagiani, le starne e qualche volta le imprendibili
lepri finche' non si prese la faccia severa di un maresciallo dei
carabinieri che ci ammoni' " L'ARCO PER LEGGE È EQUIPARATO AL
COLTELLO! ...chiaro? SE LO
USATE IN CUCINA VA TUTTO BENE SE VE LO TROVO IN DISCOTECA SIETE
NEI GUAI! ...chiaro? LA PROSSIMA VOLTA CHE VI TROVO CON L'ARCO IN
ATTEGGIAMENTO VENATORIO SIETE NEI GUAI! ...chiaro?"
Chiarissimo signor maresciallo e
intanto prendo la mira e per tre volte faccio una figura di merda
perdendo tutte e tre le frecce nel bosco dietro il paglione... "...Insomma
Marcello hai capito come si fa no?.. prova te"... Marcello prende
in mano l'arco e lo tende senza nessuna fatica.
Per lui tendere un arco scuola e come per noi tirare le stringhe
per allacciarsi le scarpe. Marcello infila con precisione tre
frecce in successione nel paglione a venti metri... "... brutta
merdaccia eri già capace eh?.." " NO Rinaz è la prima volta..."
...cambiamo arco, ma lui sempre piantato sulle sue robuste gambe
tira una freccia via l'altra verso il bersaglio... fino all'arco
monolitico da 70 libbre particolarmente duro da controllare in
tensione ma Marcello non fa nessuno sforzo... d'altronde ci ha
certe spalle e certi avambracci il Marcello che tira su un
California da solo.
Quella notte del dieci di agosto
aspettammo le stelle che San Lorenzo fa cadere dal firmamento...
frecce infuocate a colpire i nostri desideri... Marcello il
miglior meccanico di moto che conosco ne spresse uno: al rientro
avrebbe cercato un arco... gli è piaciuta questa cosa dell'arco
che un pò ricorda la moto....
Oggi è il venticinque di novembre e in Toscana fa un freddo che
solo chi abita in Toscana sa che freddo può fare in Toscana. La
mia moto gode ancora dei benefici massaggi estivi di Marcello e
come una freccia divide il freddo sulla superstrada, fa un gran
freddo oggi ma noi Guzzisti quando il bicilindrico gira anzi canta
così bene ci sentiamo consolati e ripagati da tutta questa vita
amara e grama, ed oggi la mia Guzzi per merito del mio amico
Marcello fa il suo bel BRUBRUBRUBRU sulla superstrada gelata,
mentre le macchine mi sorpassano e qualcuna addirittura mi
saluta... anche perche' adesso sto entrando nel mio bel paesino
toscano, tutto abbracciato dalle mure del castello dove tutti ci
conosciamo e viviamo in tante anime come se fossimo una famiglia
sola... ed io qui non sono neanche Rinaz, il nipote di zingari, ma
sono Guzzi, ognuno di noi dentro le mura si porta una sorta di
nuovo battesimo a volte anche duro per esempio c'è un signore che
si chiama LA MAIALA perche' ha una teoria: gli affari sono buoni
se figliano tanto quanto una maiala ...o un altro che si chiama
LASSASSINO ... l'unica sua colpa e' stato di tornare al paese dopo
venti anni di gabbia per aver ammazzato l'amante della moglie. Io
per i miei compaesani sono Guzzi, Guzzi e' un po' matto, Guzzi a
cinquantanni va ancora in moto, Guzzi va in moto anche d'inverno,
Guzzi ci ha sempre scritto Guzzi adosso da qualche parte, Guzzi ha
una Guzzi con la statua della Madonna, Guzzi non parla con
nessuno ma è Guzzi e da una mano a tutti... GUZZI È IL
MOTOCICLISTA DEL PAESE.
Infatti Guzzi (il vostro Rinaz) entra nel castello seguito da un
nugolo di ragazzini che lo chiamano e gli corrono dietro la
moto... "Guzzi", "Cuzzi", "Uzzi", "Gutti" e via berciando... a me
Guzzi questa cosa piace molto... anche perchè riconosco il mio
bambino di dieci anni con gli altri e sono una nuvola bella di
speranza, gioia e colore ... ci sono bambini Magrebbini, Kossovari,
Albanesi, Indiani, Americani e oramai pochi italiani... ma a me
piace così mentre posteggio circondato da tutta questa ammirazione
per la mia moto e le mie toppe sulla giubba. " ... non toccate la
moto che scotta! avete capito?.."
Entro in casa con il naso freddo ma il cuore pieno di calore...
lei è sul divano e sta piangendo. Ha quel modo suo di piangere che
non conosco in nessun altro essere umano... piange leggendo carte
o lavorando... ondeggia i bei cappelli neri che non si arrendono
al grigio degli anni nascondendo questo suo pianto che rende il
suo viso ancora piu' bello ma durissimo e severo... ora mi si è
gelato anche il cuore... "...è successo qualcosa ai ragazzi?..."
lei scuote la testa e non risponde... poi dice: " è tornato.." e
si asciuga una lacrima.
Dunque è tornato.
Quel ragazzo di soli sedici anni è tornato dal viaggio più
terribile che un motociclista può fare.
Quel ragazzo è partito in moto con un amico ed è tornato cinque
mesi dopo in paese su una carrozzina a rotelle. Quando a primavera
era caduto non muoveva più le gambe e tutto il paese trattenne il
respiro... mia moglie spiegava ed incoraggiava, forse era solo un
brutto ematoma che premeva sui nervi della colonna vertebrale...
forse una volta riassorbito... forse... in paese la gente non
parlava più o meglio la gente ancora si salutava o parlava del
tempo ma si capiva che non frecava più niente a nessuno del tempo
che faceva ... tutti aspettavano da qualcuno quella notizia che
doveva arrivare da Firenze ... il nostro ragazzo ha mosso le
gambe... passavano i giorni e le stagioni ma le gambe restavano
immobili ... la frattura non solo c'era ma era molto in alto, io
non sono medico ma mi sembrava di aver capito che la colonna
vertebrale è come un palazzo del dolore più è alta la frattura più
tremenda sarà la tua vita, nei piani alti delle colonna ci sono
sempre meno funzioni... l'ascensore per lui e per nostra
disperazione si era fermato molto in alto restavano "per fortuna"
respiro ed arti superiori con tutta la via crucis di infezioni e
riabilitazioni che ne conseguivano ...ed il ritorno a scuola su
una carrozina ed un autobus speciale che gli amministratori
avevano approntato...
Tutti avevamo sperato che questo momento non arrivasse mai... un
nodo alla gola mi strinse così forte che mi impedì di dire
qualsiasi frase di circostanza... rimasi sulle scale appoggiato al
muro cercando di fare come lei... di resistere al pianto ... ma
non sono bravo come lei ed il casco mi pesava in mano e la mio
moto mi aspettava fuori... fu allora che mia moglie disse " ...a
Firenze gli hanno consigliato di fare il tiro con l'arco... mi
chiedevo se tu potevi..." non aspettai la fine della frase scappai
piangendo come un bambino ferito mentre i bambini che discutevano
della mia moto restarono ammutoliti davanti alle lacrime di un
adulto... misi in moto e corsi di rabbia nelle crete... antico
fondo del mare che pure una volta doveva esserci e dove avrei
voluto sprofondare... ma il solitario parlare con se stessi che
accompagna tutti i motociclisti si fece greve ed insopportabile
cosi fui costretto a fermarmi a piangere dando le spalle al mio
paese... la mia moto mi guardava silenziosa ed impotente... non
aveva consolazione da porgermi... però usci il sole mi feci forza
e mi voltai ... un raggio di sole illuminava il mio paese stretto
attorno al campanile della Chiesa di San Lorenzo... mi chiesi come
fosse possibile che un posto così bello riuscisse a contenere
tanto dolore.
Fu allora che mi tornò alla mente Marcello e mi consolò il
pensiero che quando la moto chiama l'arco non sempre è una
tragedia ma qualcosa di misterioso e profondo.
Questo pensiero mi diede la certezza che "Guzzi" il motociclista
del paese avrebbe trovato la forza di porgere un arco a quel
ragazzo sulla carrozzina.
Rinaz 2006
Fatti e persone sono frutto
della mia fantasia le coincidenze sono del tutto casuali.
Dedico questo raccondo a quel tale che scrisse che un Guzzista a
volte ha la necessità di lasciare indietro qualcuno.