Il mio Amiatatreffen    di Valerio Cottini - Ponsacco

Cerco di raccontarvi come alcuni ciucchi amici guzzisti si sono divertiti un mondo all'Amiatatreffen.

Riuscito finalmente a liberarmi dal lavoro tiranno, riesco anch'io a partecipare al mitico incontro "eccentrico" sull'Amiata.
Mi vesto pesantemente con abbigliamento adeguato, compresa una aderente calzamaglia che mi fa assomigliare non ad un Nureyev (ve lo ricordate? Il Nureyev dello scoglio, lo stambecco della sicilia, di Arosiana memoria... bastardissimo!) ma piuttosto ad un'omino michelin oltretutto appesantito! (la Stefania è sempre lì che ride!).
Parto con la fida "Aquila Libera" (la mia Nevada 750) perché il mio "Imperatore Nero" (il mio Cali EV) è sul PONTE ;-) :-P per il suo tagliando dei 40000 km.

Il primo appuntamento è in una stazione Agip sulla via che da Grosseto va a Siena; trovo ad aspettarmi uno sbuffante (era lì da quasi un'ora prima!) Bruno Brunone con il suo fiammante, pulitissimo e lucidissimo Falcone che fa un contrasto "assordante" con la mia sudicissima Aquila libera; ci salutiamo e ci prendiamo in giro vicendevolmente. Dopo un poco arriva il gruppo degli amici di Pisa e Viareggio che scortavano il nostro grande Enrico Vannicola venuto dalle nebbie del nord!. La felicità di incontrarsi è tale che è un continuo di abbracci e pacche sulle spalle. Raggiungiamo Casteldelpiano dove ci aspetta Spam, il grande organizzatore dell'Amiatatreffen, con la moglie e gli amici. Si ripetono i saluti e le presentazioni. La piazza si riempie di moto tra la curiosità dei "locali"; Spam aveva saggiamente defilato il suo scooter lontano per proteggersi dagli sfottò, ma è stato ampiamente "perdonato" da tutti.
Arriva Rinaz con i pantaloni di velluto a coste grosse e i mutandoni di lana; è infreddolito ma non nel cuore, saluta calorosamente (e rumorosamente) tutti.
Manca ancora qualcuno che viene da lontano; avevo chiamato Marco al cellulare verso le due, era a Roncobilaccio; sono le 18 ed ancora non si vede, "ma non aveva il GPS?" Lo chiamiamo ma non è raggiungibile; un rumore inconfondibile in lontananza,

ECCOLOOOO! Tutti addosso a festeggiarlo; il suo GPS aveva provato a farlo passare per qualche stradina sterrata ma lui era arrivato lo stesso! Finalmente tutti partiamo e raggiungiamo l'albergo che sarà la nostra "tana" in questi due giorni.
Arriviamo, parcheggiamo le moto al coperto e raggiungiamo le nostre camere. Lorenzo sceglie di utilizzare la stanza insieme al sottoscritto....: sarà una scelta che avrà delle ripercussioni catastrofiche e che influenzerà pesantemente la qualità del riposo di alcuni...

La cena è calda, serena e amichevole. Fa veramente piacere stare insieme. Man mano che le ore passano, le donne e i più giovani si ritirano nelle loro stanze (ma che avranno da fare poi?…); l'età media si alza e con questa anche il livello degli argomenti.
Poi comincia una dotta disquisizione sull'archeotopa con interventi di vari luminari: il Dott. Rinaz con profonde elucubrazioni sulla storia protozoica della topa, il Prof. Spinelli con richiami di giurassitopa, i Professori Riani e Marraccini con riflessioni e spunti di mesozoitopa; anche il sottoscritto ha presentato un apprezzato intervento di topantica ricordando le terga di Nadia Cassiniana memoria. Si è avuta anche la presentazione di una tesi avanzata e rivoluzionaria dell'esimio Prof. Brunone sul ritrovamento di resti mnemonici e "rasponesci" di una certa "Elena Sedlak"; questa rivoluzionaria scoperta ha gettato lo scompiglio tra gli illustri astanti, con l'invito di più approfondite ricerche!
Ritrovata la serenità di giudizio, ci ritiriamo in camera per un meritato riposo...


Io e Lorenzo scendiamo per primi; nessuno dei due sembra aver sofferto del russare dell'altro. Bene questa volta è andata bene, diciamo noi....
Scende Brunone con la faccia sconvolta.... "BASTARDIIIIIII, BASTARDI TUTT'E DUEEEE!!!!!! additandoci.
Ok, abbiamo capito, siamo daccapo.
Dopo un'allegra (si fa per dire, gli sfanculamenti ci inseguono man mano che gli ospiti scendono) colazione, raggiungiamo di nuovo Casteldelpiano per aspettare i partecipanti della domenica. La giornata è estremamente fredda ma con un sole spettacolare ed una brillantezza del cielo insperabile. Troviamo già ad attenderci Rhandagio (con l'acca) e la sua plasticosa Caponord, è partito alle 7 di mattina per essere in orario, è un mito; poi arriva Lorenzo, il "grillo parlante" fiorentino e finalmente Mirko (finalmente davvero mister uomo invisibile) con i suoi amici. Evviva. La Piazzetta comincia ad essere piena di moto, un vigile ci guarda un po' preoccupato ma rimane tranquillo riconoscendo e percependo in quel gruppo etereogeneo di persone il vero sentimento della fratellanza e amicizia tra le persone.

Partiamo tardi rispetto alla tabella di marcia per aspettare qualcuno che poi non arriva. Finalmente alle 11,30 si parte per la vetta dell'Amiata. La salita si svolge tranquilla ed attenta all'eventuale ghiaccio che possiamo trovare sulla strada. I panorami sono bellissimi ed esaltati nei colori solo come una fredda e limpida giornata d'inverno può fare. Man mano che avanziamo troviamo sempre più lingue di ghiaccio sulla strada; cambia anche il paesaggio: i boschi si fanno più ati e vicini alla strada; cominciamo a vedere gruppi di persone in tute da sci, da neve, con gli slittini. La neve ai bordi della strada si fa più alta; arriviamo in una prima zona piena di neve, ci sono aree di parcheggio piene di macchine e famiglie intere che giocano sulla neve. Ci guardano tutti come esseri di altri pianeti mentre noi piano piano, in fila indiana, proseguiamo per la vetta. Passiamo una seconda area di ampi spazi innevati pieni di gente che scia e che va in slittino; proseguiamo ancora un poco, poi Spam in testa al gruppo ferma la colonna! C'è un tornante completamente coperto da ghiaccio. Inutile rischiare; siamo a poco dalla vetta, ma il buonsenso ci ferma in quest'ultimo piazzale. Scendiamo dalle moto e corriamo come ragazzetti in mezzo alla neve, scherziamo, facciamo foto. Siamo felici. Alcuni piccoli "bobbisti" ci passano vicini sfrecciando e driblando le persone con i loro slittini di plastica. Guardando il popolo dei vacanzieri sulla neve che continuano ad osservarci, mi rendo conto che dobbiamo essere per loro delle persone speciali o dei marziani... se invece sapessero!
Ripartiamo alla volta dell'albergo per il sacrosanto pranzo.

 

La salita al Monte Amiata è finita, non vi è stato il minimo inconveniente e tutti sono contenti. E' inutile che continui a descrivervi il pranzo; lo conoscete ormai bene. E sempre quella bellissima cosa tra noi. Sono stati due giorni magnifici; un grazie al nostro Spam per la perfetta organizzazione, un grazie a chi ha collaborato e una grazie enorme a tutti i partecipanti.
Grazie e ciao
Valerio

Saluti bicilindricocardanici a tutti.

Valerio Cottini (Ponsacco PI)
Cali EV "Imperatore Nero"
Nevada 750 "Aquila Libera"
Cell. 333 6528286